Sul tema dell’educazione e del benessere fisico, arriva in Senato un'importante procedura abbreviata del disegno di legge sullo sport in Costituzione: la richiesta, avviata nella passata legislatura, vuole andare a modificare l'articolo 33 della Costituzione sulla rilevanza dell’attività sportiva per i cittadini: dopodomani pomeriggio è prevista la deliberazione della procedura e vi sono buone speranze che possa giungere al passaggio successivo con celerità, poiché si tratta di un iter avanzato già presentato nella precedente legislatura.
La richiesta - presentata dai senatori Iannone, Calandrini, Amidei, Balboni, Bucalo, Da Carlo, Maffoni, Malan, Nastri, Petrenga, Silvestroni e Zaffini – prevede di mettere “al centro della Costituzione lo sport in tutte le sue forme, dal momento che rappresenta un importante strumento formativo d’integrazione sociale e di diffusione di valori universali positivi, veicolo di inclusione, partecipazione e aggregazione sociale. Strettamente correlati sono poi lo sport e la salute, intesa nella sua concezione più moderna di benessere psicofisico integrale della persona, prima ancora che come mera assenza di malattia”. I presentatori della proposta ricordano anche che “a livello europeo la normativa è sempre più protesa a dare rilevanza allo sport, strumento di contrasto di tutte le forme di esclusione sociale, riconoscendo un’intima connessione tra sport e diritti sociali, cioè quei diritti che sono di interesse della collettività”.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, auspica l'approvazione celere della procedura abbreviata” e spera che “l'introduzione del comma aggiuntivo all'articolo 33 della Costituzione venga approvata con celerità proprio per l’importanza dello sport, sia come pratica quotidiana sia come valore da trasmettere alle nuove generazioni”.
Art. 1.
All’articolo 33 della Costituzione è aggiunto, in fine, il seguente comma: «La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte
le sue forme».
di CLAUDIO CASTAGNA
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