Il dimensionamento scolastico colpisce ancora: il ministero dell’Istruzione e del Merito ha comunicato alla Conferenza delle Regioni l’esigenza di trovare un’intesa entro la prossima primavera su quali scuole accorpare e dove tagliare quindi centinaia di posti come dirigente scolastico, direttore dei servizi generali e amministrativi, ma anche come collaboratore scolastico. In caso contrario, se non si dovesse raggiungere l’intesa, decideranno direttamente da viale Trastevere entro giugno 2023. Una delle situazioni più preoccupanti è quella della Campania: riferisce oggi Il Mattino che si prevedono 146 accorpamenti di istituti, quindi il taglio di 292 presidi e Dsga, ma anche di ben 500 collaboratori scolastici. “Le fusioni – scrive la stampa specializzata - sono concentrate nel Mezzogiorno (70% del totale) a causa del calo demografico e di una situazione preesistente più frammentata”.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “invece di prendere al volo l’occasione d’oro della diminuzione del tasso di denatalità e abbinarvi il sostegno dei miliardi del Pnrr alla scuola, si sta procedendo in direzione opposta. Non si possono tagliare le scuole autonome e le unità di personale che vi lavorano, ma occorre sdoppiare le classi, ridurre il numero alunni per classe, aumentare gli organici di insegnanti e Ata, a cominciare dall’organico aggiuntivo che abbiamo avuto nell’ultimo biennio e che è venuto meno nel periodo del massimo bisogno, quale è quello del Pnrr che sta portando progetti e masse di lavoro nei nostri istituti scolastici senza precedenti.”
“Chi organizzerà i progetti europei, chi predisporrà i bandi per gestire centinaia di milioni di euro assegnati ad ogni scuola per combattere l’abbandono precoce degli studi, per digitalizzare le scuole e metterle in sicurezza? Sul personale Ata, poi, stiamo rasentando la follia: abbiamo cancellato più di 50 mila posti negli ultimi dieci anni, mentre il lavoro con l’autonomia nelle segreterie e nei locali scolastici è triplicato. Come si può garantire un servizio di qualità in queste condizioni?”, conclude Pacifico.
L’ESEMPIO DI DUE SCUOLE: UNA PERDERÀ L’AUTONOMIA
Sempre la stampa di settore fa l’esempio sulla fusione di un istituto scolastico di 400 studenti e di un plesso secondario con un istituto più grande di 800 studenti con due succursali: in questo caso, “si ridurranno i bidelli senza giustificazione dato che il lavoro da pulire e sorvegliare non cambia. Prima della fusione, la scuola più piccola aveva 7 collaboratori scolastici, la scuola di 800 studenti 12. Dopo la fusione, l’istituto con 1200 studenti avrà 14 collaboratori scolastici invece dei 19 iniziali. La stima di 800 tagli a fronte di nessuna riduzione del carico di lavoro per i collaboratori si basa sulla moltiplicazione di 2 dirigenti e 3-4-5 bidelli per 146 fusioni”.
Al Sud si cercherà di fare fronte comune contro i tagli proposti dal Ministero, proponendo eccezioni agli accorpamenti in aree di particolare disagio sociale con elevato abbandono scolastico. Il ministero può accettare le proposte se ottenute all’unanimità della Conferenza, ma Regioni come Lombardia ed Emilia Romagna potrebbero opporsi. La questione è aperta e intreccia anche il tema salariale, oltre a quella dell’autonomia differenziata. Gli accorpamenti in base alla legge di bilancio saranno decisi quest’anno, entro il 30 novembre, ed entreranno in vigore nell’anno scolastico 2024/25 ma già dal prossimo settembre molti istituti si troveranno a dover condividere il dirigente scolastico.
di CLAUDIO CASTAGNA
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