Nulla di fatto sulla deroga ai vincoli di mobilità richiesta con un emendamento al decreto Milleproroghe, promosso da Anief, presentato da Fratelli d’Italia e appoggiato dalla Lega: lo scrive Italia Oggi e lo conferma Orizzonte Scuola, attraverso “fonti parlamentari”, spiegando che il provvedimento era stato in un primo tempo “ritenuto ammissibile”, salvo ora diventare “improponibile” per via dello “stop dell’Europa”. La norma “non sarebbe stata inserita dal Governo a causa dell’UE, che insiste nel considerare il vincolo di mobilità fondamentale per la continuità didattica e quindi per la qualità del sistema scolastico”. Tuttavia, “la partita non è chiusa", considerando che il tema dell’abolizione dei vincoli di mobilità è al centro delle battaglie delle forze di maggioranza. Qualcosa si potrebbe avere nel prossimo decreto Pnrr”.
A pensarla in questo modo è anche il sindacato Anief: “Rimaniamo convinti – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale del giovane sindacato – che bocciare l’emendamento sulla mobilità non più vincolata del personale ripercussioni negative non solo sul personale, che pur in presenza di posti liberi non potrà ricongiungersi alla famiglie, provocando la negazione di un diritto costituzionale, ma anche sull’attuazione dei progetti del PNRR. Riteniamo che a questo punto il ministro dell’Istruzione avrebbe piena facoltà di intervenire nel prossimo decreto legge di revisione del PNRR per cambiare una previsione illogica e incoerente presente nel capitolo di missione: esistono, infatti, chiare incongruenze rispetto all'impianto previsto per tutto il pubblico impiego, attraverso il quale è la stessa UE a chiedere di favorire la mobilità intercompartimentale e gli avanzamenti di carriera. Per questo, riteniamo che la questione non è affatto chiusa”.
Su questo punto, sempre oggi il leader dell’Anief ha detto ad Orizzonte Scuola che “entro metà febbraio ci sarà un decreto di revisione dello stato attuativo del Pnrr, bisognerà cambiare l’obiettivo del Pnrr per garantire la mobilità o prevedere una fase transitoria”.
di CLAUDIO CASTAGNA
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