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“AUMENTO DEI SALARI E RIDUZIONE DELL’ORARIO A 35 ORE A PARITÀ DI SALARIO’’

La Redazione

A chiederlo i lavoratori delle cooperative sociali in occasione dello sciopero generale del 26 maggio 2023


Atteso per giorno 26 maggio 2023, presso il presidio sede di Legacoop nazionale, sito in via Guattani a Roma, lo sciopero generale indetto dall’Unione Sindacale di Base per chiedere l’aumento di 300 euro netti in busta paga, 35 ore a tempo pieno a parità di salario, l’introduzione della quattordicesima mensilità, per dire no banca ore e basta al al part time involontario.


“Pandemia e guerra, nel nostro Paese, sono le più grandi occasioni per il ceto padronale per depredare quello che rimane della sanità e del welfare pubblici. Con il Covid-19 ci avevano promesso che “non torneremo più al prima, perché il prima era il problema” e ci siamo ritrovati con contratti bloccati, disinvestimento, precarietà ed esternalizzazioni come e più di prima! Mentre tutti i partiti votano per finanziare l’invio di armi ed il supporto, con milioni di euro, alle operazioni di guerra anziché adoperarsi per soluzioni diplomatiche che impongano la pace, il governo fa finta di dare pochi spiccioli a lavoratori e famiglie con il decreto fiscale, sottraendo quei soldi alla spesa pubblica in sanità, welfare, diritto allo studio e alla casa.


Negli ultimi 30 anni, da quando è stata abolita la scala mobile grazie a Cgil Cisl e Uil, i salari in Italia hanno perso il 12% del loro potere di acquisto reale, e addirittura sono diminuiti del 3% rispetto alla dinamica salariale europea. In questo contesto, come lavoratrici e lavoratori delle cooperative sociali, addetti ai servizi di welfare e della sanità di questo Paese, ci ritroviamo ancora una volta con un CCNL scaduto, la cui discussione è bloccata e blindata dagli interessi di chi si arroga il diritto di rappresentare i nostri interessi.


Dopo una vacanza contrattuale record di oltre 7 anni senza adeguamenti salariali, con l’inflazione alle stelle e i prezzi di alimenti e beni di consumo impazziti, le lavoratrici e i lavoratori delle coop sociali non vogliono aspettare ancora!’’


di CLAUDIO CASTAGNA

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