L’accesso ai servizi online diventa più semplice e rapido
Nel 1997 la Legge Bassanini introdusse la CIE, la carta d’ identità elettronica, ma la sua implementazione è avvenuta molto più tardi.
Infatti nel 2001 iniziò la fase sperimentale, la CIE fu adottata in alcuni comuni italiani per valutare la realizzabilità del progetto, risolvere problemi tecnici ed individuare il processo di rilascio più efficiente e più accessibile ai cittadini. Nel 2004 si verificò una seconda evoluzione del modello di CIE, la cui sperimentazione ebbe successo, infatti a partire dal 1° gennaio 2006, la CIE sostituì il documento d’identità cartaceo in un numero crescente di comuni italiani.
L’ introduzione della CIE ha creato non poche difficoltà, come la scelta dei materiali facilmente deteriorabili, il funzionamento delle stampanti e l'organizzazione degli enti locali autorizzati al rilascio.
Con il Decreto Legge n.78 del 2015, la carta d’ identità è stata ufficialmente stabilita come documento di riconoscimento sostitutivo della versione cartacea. La fase di transizione della CIE è iniziata nel 2016 e nei due anni successivi ne è stata autorizzata l’ emissione, nel 2019 la CIE è stata rilasciata anche ai cittadini italiani residenti all’ estero.
Negli anni precedenti, per utilizzare i servizi della Pubblica Amministrazione, tramite la carta d’ identità elettronica era necessario disporre del livello 3, che richiedeva l’ uso di un lettore di smart card o uno smartphone con tecnologia NFC. Oggi invece si può accedere ai servizi online da qualsiasi dispositivo attivando e utilizzando delle credenziali e codice OTP temporaneo o una scansione QR code.
Le novità relative alla CIE sono state pubblicate dal Ministero sul sito ufficiale cartaidentita.interno.gov.it. Grazie alle credenziali di livello 1 e 2 associate alla CIE, l’accesso ai servizi online diventa più semplice e rapido.
Va sottolineato e ricordato che il livello 3 è ancora presente e richiede l’ utilizzo di un lettore esterno per i computer o la tecnologia NFC per gli smartphone, non è più necessario per la maggior parte dei servizi pubblici.
di ISABELLA CASTAGNA
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