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EDUCAZIONE SESSUALE A SCUOLA: ITALIA PRIVA DI PROGRAMMI CURRICULARI

Il discorso del presidente AIED Mario Puiatti


“Il paradigma è cambiato: avere accesso a scuola alle conoscenze utili in tema di educazione sessuale e affettiva non è più una ‘concessione’ opinabile, ma un diritto vero e proprio degli studenti: basta leggere le linee guida più aggiornate dell’OMS e dell’Unesco per rendersene conto, ma se non bastasse c’è a rincalzo l’Obiettivo 3 dell’Agenda delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, che chiede di “garantire l’accesso universale ai servizi di assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva, inclusa la pianificazione familiare”.

Sono parole del presidente AIED Mario Puiatti, che ricorda come tutte le iniziative promosse in Italia per sostenere l’accesso a conoscenze di educazione sessuale e affettiva a scuola siano rimaste carta morta.

“l’Italia – osserva ancora Puiatti al convegno nazionale a Roma alla Casa internazionale della Donna - è una delle pochissime nazioni in Europa, insieme a Cipro, Bulgaria, Polonia, Romania e Lituania, prive di programmi curricolari nel merito. E sono 16 le iniziative parlamentari nel tempo inutilmente avviate per normare l’introduzione dell’educazione sessuale nelle scuole, dal 1977 al 2019.”


Secondo i dati dello Studio Nazionale Fertilità presentato dal Ministero della Salute (2019), oggi 8 studenti medi e universitari su 10 cercano le informazioni in ambito sessuale e riproduttivo su internet (solo 1 su 4 chiede in famiglia), ma la stragrande maggioranza (94%) ritiene sia la scuola a dover garantire l’informazione su sessualità e riproduzione.



di VALENTINA ZIN

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