
Strada in salita per la scuola italiana, che ancora presenta forti ritardi sulla messa in sicurezza degli edifici scolastici e sull’efficientamento energetico, accompagnati da un divario crescente tra le scuole del Nord, quelle del Sud e delle Isole.
È quanto denuncia oggi Legambiente con la XXII edizione di Ecosistema Scuola in cui fa il punto, con dati riferiti al 2021, sullo stato di salute di 5.616 edifici scolastici di 94 capoluoghi di provincia – tra scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado – frequentati da una popolazione di oltre un milione di studenti.
RISPARMIO ED EFFICIENZA ENERGETICA
Molto c’è ancora da fare per rendere tutte le scuole meno energivore e implementare la produzione di energia da rinnovabili. Seppure a livello nazionale l’81,1% delle amministrazioni dichiara di aver realizzato interventi per l’efficientamento energetico delle scuole, questi interventi sono stati rivolti solo al 17,1% degli edifici scolastici; dato che al Nord sale al 21,2% mentre nelle Isole riguarda appena il 5,8% delle scuole. Tra gli interventi maggiormente realizzati vi sono la sostituzione di caldaie, vetri e serramenti quindi lavori di isolamento delle coperture e delle pareti esterne.

Tutti interventi importanti ma che spesso non hanno portato a dei veri e propri miglioramenti in termini di passaggio da una classe energetica inferiore a una superiore. Ancora oggi, infatti, solo il 4,2% degli edifici scolastici risulta in classe energetica A, appena il 10,8% nelle prime tre classi energetiche, mentre ben il 74,8% è fermo nelle ultime tre classi energetiche (il 39% in classe G). Brescia, Catanzaro e Siena le città che sono intervenute sul maggior numero di edifici scolastici per l’efficientamento energetico.

Sul versante della presenza di impianti di energia rinnovabile nelle scuole, dei passi in avanti negli ultimi 10 anni sono stati fatti, visto che dal 2011 al 2021 gli edifici scolastici che li possiedono sono passati dal 12,4% al 21,8%. Tuttavia, se si continuasse con la stessa progressione ci vorrebbero almeno altri ottant’anni per avere tutte le scuole con rinnovabili. È il Sud a fare da traino rispetto alle altre aree del Paese, sono infatti ben il 29,4% gli edifici scolastici con impianti. A livello nazionale, tra gli edifici con rinnovabili, il 78,4% vede la presenza di impianti fotovoltaici, il 35,9% solari termici, il 2,9% a geotermia, lo 0,3% a biomassa. Prato, Bari, Macerata, Caltanissetta le città con il maggior numero di scuole con impianti di energia rinnovabile. A Prato sono presenti per lo più impianti fotovoltaici ma anche solari termici e a geotermia; a Bari e Caltanissetta gli impianti maggiormente presenti sono quelli fotovoltaici, quindi i solari termici; al contrario di Macerata dove prevale il solare termico sul fotovoltaico. Ma gli istituti scolastici possono oggi diventare protagonisti anche di una nuova rivoluzione energetica dal basso attraverso la costituzione di comunità energetiche, una sfida che vede interessate il 78,9% delle amministrazioni.

di VALENTINA ZIN
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