Si tratta di una novità assoluta che tiene conto delle difficoltà dei genitori lavoratori
Il prossimo 12 maggio entrerà in vigore la legge che delega il Governo a esercitare la funzione legislativa sull’ adozione di disposizioni a sostegno della genitorialità, in modo da favorire la conciliazione della vita familiare con il lavoro dei genitori.
In particolare, l’ art.3, che riguarda la Delega al Governo per la disciplina dei congedi parentali, di paternità e di maternità, prevede che il Governo, entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore della legge, dovrà adottare uno o più decreti legislativi per l’estensione, il riordino e l’armonizzazione della disciplina relativa ai congedi parentali, di paternità e di maternità.
In merito ai congedi parentali e ad altri permessi dovranno essere effettuate alcune modifiche. Nello specifico, il Governo dovrà attenersi ai seguenti principi e criteri direttivi:
prevedere per i genitori lavoratori la possibilità di usufruire dei congedi parentali fino al compimento di un’età del figlio in ogni caso non superiore a quattordici anni;
introdurre modalità flessibili nella gestione dei congedi parentali, tenendo conto della specificità dei nuclei familiari monogenitoriali;
stabilire un periodo minimo, non inferiore a due mesi, di congedo parentale non cedibile all’altro genitore per ciascun figlio, prevedendo anche forme di premialità nel caso in cui tali congedi siano distribuiti equamente fra entrambi i genitori;
prevedere misure che favoriscano l’estensione della disciplina relativa ai congedi parentali anche ai lavoratori autonomi e ai liberi professionisti.
Inoltre i genitori lavoratori possono usufruire di un permesso retribuito, la cui durata è di 5 ore all’ anno per ciascun figlio, per i colloqui con i docenti e per la partecipazione attiva alla vita scolastica dei figli.
Oltre a questi permessi, il Governo dovrà prevedere per il coniuge o il compagno di una donna in stato di gravidanza dei permessi per le prestazioni specialistiche, in modo da poter assistere e supportare la donna.
Per i genitori lavoratori è giusto che siano previsti dei permessi anche per i colloqui con i docenti, in modo che anche loro possano partecipare alla vita scolastica dei loro figli.
di ISABELLA CASTAGNA
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