Sono previsti per i docenti anche alcuni mesi di arretrati di stipendio, in media sono 185 euro medi di arretrati.
Per i docenti, personale Ata e dirigenti scolastici gli aumenti anti-inflazione indicati nella legge di Bilancio arriveranno con lo stipendio di luglio. Si tratta degli aumenti previsti dall’ultima Legge di Bilancio in chiave anti-inflazione, come anticipazione dei benefici previsti per il contratto 2022-24.
Dal momento che questo incremento sarebbe dovuto scattare a gennaio 2022, sono previsti anche alcuni mesi di arretrati: in media sono 185 euro medi di arretrati.
“La decontribuzione, come per le precedenti riduzioni del cuneo fiscale – ha spiegato il dicastero del Mef guidato da Giancarlo Giorgetti – verrà corrisposta da NoiPa sul cedolino del mese successivo rispetto a quello in cui viene riconosciuto il beneficio. Pertanto, il pagamento riferito alla mensilità di luglio verrà erogato con il cedolino di agosto”.
Poi il ministro ha continuato: “Lo stesso meccanismo sarà applicato anche per i mesi successivi fino alla mensilità di dicembre 2023 che sarà erogata a gennaio 2024″.
La riduzione del carico fiscale, introdotta in fase di conversione del Dl Lavoro approvato lo scorso luglio, prevede che per il semestre luglio-dicembre 2023 il taglio del cuneo già previsto salga dal 3% al 7% per 335 mila dipendenti con una retribuzione lorda mensile inferiore a 1.923 euro (25.000 euro annue); mentre per altri 860 mila che guadagnano meno di 2.692 euro lorde mensili passerà dal 2% al 6% (35.000 euro annue).
I dirigenti pubblici, invece, prenderanno 534 euro ad agosto e poi, in ciascun mese, tra i 52 e i 66 euro.
Per i funzionari gli incrementi sono compresi tra 29 e 44 euro. Mentre per gli assistenti gli aumenti partono da 24 euro e arrivano fino a 31 euro.
di ISABELLA CASTAGNA
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