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La Redazione

EDUCA SCUOLE 2023: IL FESTIVAL DELL’EDUCAZIONE DI ROVERETO

EDUCA, il festival dell’educazione rimette al centro dell’attenzione collettiva l’educazione contribuendo a diffonderne l’essenza vitale


Il festival è promosso dalla Provincia autonoma di Trento, l’Università degli studi di Trento e il Comune di Rovereto, organizzato da Consolida con il supporto scientifico di Fondazione Bruno Kessler, Fondazione Demarchi e il sostegno di Federazione trentina della Cooperazione, Casse Rurali Trentine e Coop Trentino Sait. All’interno del festival il programma “Educa Scuole” – promosso con la supervisione formativa di IPRASE e tradizionalmente dedicato agli studenti – si amplia con proposte formative per docenti e il personale scolastico.


Educa scuole

L’educazione è passione per il futuro, il futuro di tutti. E a tutti chiede di partecipare. È linfa vitale delle relazioni e alimento per crescere come persone, famiglie, comunità. Come tale non può essere trascurata né delegata.

EDUCA, il festival dell’educazione rimette al centro dell’attenzione collettiva l’educazione contribuendo a diffonderne l’essenza vitale: quella di un’avventura quotidiana, appassionante e creativa che rifiuta l’ingenuità, ma non la spontaneità, e si fonda sulla capacità di interrogarsi.


Dare ai protagonisti di domani opportunità di partecipazione ed espressione, di sperimentazione e incontro: con questo obiettivo il Comitato promotore e il Board scientifico di EDUCA con la supervisione formativa di IPRASE, e la direzione artistica del festival Educa Immagine organizzano, in collaborazione con numerosi attori del territorio locale e nazionale, appuntamenti dedicati a bambini, ragazzi e giovani. Momenti da vivere tra coetanei e con insegnanti ed educatori.


Ai gruppi classe è dedicata la mattinata di venerdì 14 aprile 2023.



Il tema: nuovi alfabeti

“Non mi riguarda”, “non mi interessa”, queste frasi si alternano sempre più di frequente ad opinioni, spesso individuali, urlate, anche in buona fede, dietro una tastiera o manifestate con gesti pubblici eclatanti. Sono segni del crescente rischio che la nostra si trasformi nella società dell’indifferenza e dell’isolamento o, al contrario, dell’aggressività e dell’aggressione. In questo contesto restano nell’ombra gli slanci, le energie, i desideri e gli impegni condivisi che pure ci sono, e il futuro diventa meta indefinita la cui costruzione è oggetto di un continuo rinvio o di delega in bianco, perdendo così la consapevolezza che a sopravvivere non sono i singoli, ma la collettività. Le sfide che abbiamo davanti sono ormai chiare – sostenibilità, inclusione, digitalizzazione, povertà e così via – e richiedono cambiamenti importanti nel modo in cui le persone stanno al mondo: consumi, trasporti, istruzione, stili di vita e lavoro. Ed è a scuola e con la scuola, insieme ai suoi protagonisti, che si possono costruire spazi di dialogo e di incontro, ricercare nuove modalità di confronto e di ascolto per costruire insieme il lessico del futuro.


di VALENTINA ZIN


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