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La Redazione

FIGURA DEL DOCENTE TUTOR NELLA SCUOLA: FORMAZIONE E REQUISITI

Introduzione della figura del docente tutor attesa per settembre 2023


Attesa per il mese di settembre 2023 l’introduzione della figura del docente tutor per fronteggiare gli abbandoni scolastici e migliorare l’orientamento. In prima applicazione per l’anno scolastico 2023/2024 il docente tutor sarà previsto solo per il triennio delle scuole superiori. Successivamente verrà introdotto anche per il biennio della scuola secondaria di II grado e per i tre anni della scuola secondaria di I grado. La formazione è prevista per circa 40 mila insegnanti.


Il sindacato Anief ha chiesto di attuare delle modifiche, a partire dall’assegnazione di un organico aggiuntivo fino all’inclusione dei docenti precari, a meno che non si voglia escludere dal progetto un docente ogni quattro: per non far naufragare l’ambizioso e importante progetto sono modifiche indispensabili. Inoltre, il giovane sindacato ritiene che per recuperare i giovani a rischio abbandono debbano essere coinvolti gli enti locali e occorra tornare alle compresenze, ma anche attivare il tempo pieno in tutte le scuole, oltre che organici maggiorati nei territori più difficili. Tutti provvedimenti che non sono stati previsti. Adesso, anche il Consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi esprime diverse criticità sul docente tutor.


I DUBBI DEGLI PSICOLOGI

L’Istituto Superiore della Sanità ci ha detto che un adolescente su due è a rischio: cosa si vuole aspettare?”, dichiarano gli psicologi in una nota ripresa da Tuttoscuola. I dubbi riguardano anche la formazione dei tutor dovranno essere formati: I docenti seguiranno lezioni di psicologia e pedagogia, con esame finale”, ha detto il ministro Valditara, rilasciate in un’intervista al Corriere della Sera, suscitano più di qualche perplessità e preoccupazione“. L’Ordine degli Psicologi chiede: “Davvero – si legge in una nota – secondo il ministro sono sufficienti 20 ore di formazione aggiuntive per i docenti, con qualche ora di psicologia, per sostituirsi ai professionisti di cui necessitano le nostre ragazze e i nostri ragazzi nelle scuole?”.


LE ASPETTATIVE DEL MINISTERO

Da parte dell’amministrazione scolastica sono però piuttosto alte le aspettative per il docente tutor: secondo il ministro dell’Istruzione, “avrà un ruolo decisivo” perché a lui spetterà “personalizzare il percorso formativo e coordinare in una logica di team tutti gli altri docenti per far si che la formazione del ragazzo sia sempre più aderente alle sue necessità”. Stiamo lavorando, ha proseguito Valditara, “una rivoluzione del merito". Che prevede di tirar fuori i talenti che ogni ragazzo ha dentro di sé e non permettere che qualcuno rimanga indietro”.


I COMPENSI DEI DOCENTI TUTOR

Al docente tutor verrà assegnato un bonus annuale variabile da 2.850 euro a 4.750 euro lordo Stato, come è stato deciso in contrattazione: i fondi arriveranno dai 150 milioni destinati alla valorizzazione del personale scolastico (art. 1 comma 561 della Legge di Bilancio 2023). Chi accetterà il ruolo, dovrà impegnarsi per un triennio per raggiungere obiettivi PNRR. La ripartizione dei 150 milioni per i tutor sarà fatta in base al solo numero degli alunni delle classi terminali di ogni istituto secondario di secondo grado. A breve sarà emanato il prossimo decreto ministeriale relativo ai criteri di attribuzione del bonus e alle linee guida già pubblicate sulla figura del docente tutor. Assieme a quella del docente tutor si istituirà la figura dell’orientatore: è stato calcolato che serviranno circa 2.500 orientatori.


FORMAZIONE E REQUISITI

I docenti interessati dovranno seguire un corso di formazione di 20 ore gestito da Indire e completamente on line, che inizierà ad aprile di quest’anno. Tra i criteri non vincolanti ma indicativi per l’individuazione di tali figure: avere prestato 5 anni di servizio a tempo indeterminato; avere svolto funzioni interne alla scuola su orientamento, Pcto e dispersione; impegnarsi a ricoprire tale incarico per almeno un triennio. Il ministero a breve pubblicherà la circolare esplicativa decreto ministeriale che sarà emanato entro i 180 giorni previsti dalla legge: la circolare, presentata per sommi capi ai sindacati, delinea i criteri circa l'individuazione, il percorso e la remunerazione del tutor.


I COMPITI DEL DOCENTE TUTOR

Il docente tutor – scrive Orizzonte Scuola - avrà il compito di coordinare e promuovere le attività educative per personalizzare l’istruzione negli studenti delle classi terze, quarte e quinte delle scuole secondarie di secondo grado. Questo compito include il supporto per gli studenti che hanno difficoltà e la promozione del potenziamento per quelli che hanno talenti particolari.


I COMPITI DEL DOCENTE ORIENTATORE

l docente orientatore avrà il compito di favorire le attività di orientamento per aiutare gli studenti a fare scelte in linea con le loro aspirazioni, potenzialità e progetti di vita, tenendo conto dei diversi percorsi di studio e lavoro e delle varie opportunità offerte dai territori, dal mondo produttivo e universitario. Questo approccio deve essere fatto rispettando l’autonomia degli istituti scolastici, degli studenti e delle loro famiglie.


LA FORMAZIONE

Il corso di formazione per diventare docente tutor e docente orientatore sarà di 20 ore e sarà gestito dall’Indire. I tutor dovrebbero essere 40.000, a cui vanno i docenti orientatori, uno per ogni istituto scolastico; saranno distribuiti nelle scuole in maniera proporzionale al numero degli studenti delle classi terze, quarte e quinte delle secondarie di secondo grado (anno scolastico 2023/2024). Saranno poi le scuole a organizzare il servizio nella loro autonomia.


LE RICHIESTE DEL SINDACATO

L’Anief non comprende come si possa introdurre un ruolo aggiuntivo senza personale aggiuntivo. E poi chiede per quale motivo si debbano escludere i docenti precari (uno su quattro dell'attuale organico utilizzato), che quindi non potranno ricoprire questa nuova figura professione. Infine, il sindacato autonomo ritiene che occorra maggiore chiarezza sui criteri di ripartizione del fondo di 150 milioni di euro fra le diverse scuole. “Sulle modalità di individuazione dei docenti tutor – ha detto Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – abbiamo subito espresso la nostra contrarietà, perché non contemplano il personale a tempo determinato e non c’è alcuna previsione di un organico aggiuntivo. Sarebbe anche necessario valutare gli specifici percorsi già seguiti su dispersione e orientamento scolastico, coinvolgendo il personale e programmando sin d’ora attività di recupero mirate”.

“Sarà necessario dotare le scuole di uno specifico organico aggiuntivo, oltre individuare risorse finanziarie ulteriori. nelle scuole in zone a rischio alta dispersione – ha detto Stefano Cavallini, segretario generale Anief – perché in questi istituti l’impegno sarà decisamente maggiore. Inoltre con il dimensionamento scolastico dei prossimi anni, avremo scuole con un numero elevato di plessi: in questi casi non potrà bastare un solo tutor a risolvere il problema e comunque il compenso dovrà essere più alto a chi porterà avanti questo impegno”.


di CLAUDIO CASTAGNA




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