Durante l’incontro svolto a Palazzo Chigi tra Uil, Cisl e Cgil insieme al presidente del Consiglio Draghi, ai ministri Franco, Giorgetti, Patuanelli, Orlando, Brunetta e al sottosegretario Garofoli è emersa una certa propensione nel non prorogare il bonus 200 euro.
Invece di prorogare il contributo si pensa ad una decontribuzione per aumentare l’importo netto in busta paga, probabilmente per tutte le mensilità fino alla fine del 2022.
Il DL Aiuti prevede lo stanziamento di 14,3 miliardi per far fronte all’aumento delle bollette luce e gas e del carburante. Ma una parte dell’importo verrà destinata anche agli stipendi: non con una continua erogazione di bonus ma si pensa ad un sistema che possa intervenire su larga scala e per più tempo possibile.
Al momento non ci sono ulteriori dettagli anche se sembrerebbe che verrà lasciato il requisito dei 35 mila euro lordi l’anno.
Il parere dei sindacati
"L'incontro ha prodotto alcune prime risposte nella direzione da noi richiesta. Credo che la strada sia giusta. Valuteremo l'entità delle misure del decreto Aiuti bis”, ha detto il segretario della Cgil Maurizio Landini.
"È importante - continua Landini - che il governo si sia impegnato ad erogare il bonus 200 euro di luglio anche a quei lavoratori che erano stati esclusi". In vista del decreto Aiuti bis "ha indicato due modi per dare soldi a lavoratori e pensionati: fare un provvedimento che faccia pagare meno contributi sociali ai lavoratori, aumentando il netto in busta paga, e anticipare la rivalutazione delle pensioni".
Anche segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri, si dice “soddisfatto per lo stop ai bonus, come chiesto dai sindacati, in favore di interventi più strutturali”.
Segretario, Cisl Luigi Sbarra: “abbiamo chiesto di valutare, sulla base delle risorse, di azzerare l'Iva sui beni di largo consumo". L’intervento sarebbe "limitato alle famiglie in difficoltà. Ci riferiamo al carrello della spesa, non ai redditi alti e non all'acquisto di caviale champagne e tartufo".
di VALENTINA ZIN
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