SCUOLA: COME NASCONO LE PROVE INVALSI? TUTTE LE INFORMAZIONI
- La Redazione
- 22 dic 2022
- Tempo di lettura: 2 min

Per preparare una Prova occorrono infatti due anni di lavoro che vedono impegnati quasi duecento autori, selezionati fra insegnanti, dirigenti scolastici e ricercatori, con la collaborazione di esperti delle discipline esaminate, e l’aiuto di oltre duemila ragazzi.
L’identikit della buona domanda
Una buona domanda deve toccare una competenza prevista dai Quadri di Riferimento INVALSI, i documenti che trasformano le Indicazioni nazionali e le Linee guida in strumenti operativi per la valutazione.
Deve essere chiara e non ambigua o fuorviante, deve avere un linguaggio adatto all’età e non dev’essere troppo lunga.
Non deve favorire o penalizzare i maschi o le femmine, chi frequenta un particolare tipo di scuola o ha una particolare visione delle cose.
Ma soprattutto, una buona domanda deve testare una competenza specifica e solo quella. Anche una formulazione apparentemente semplice può infatti richiedere la padronanza di più competenze, che potrebbero interferire con la misurazione di quella desiderata.
Un’ulteriore difficoltà è rappresentata dal fatto che una prova è composta da decine di domande, e ce ne devono essere diverse per ogni livello di apprendimento di ciascuna delle competenze previste.
La Prova deve inoltre poter essere completata nel tempo a disposizione.
I gruppi degli autori possono continuare a discutere e migliorare sia le singole domande sia la composizione della Prova anche per mesi, ma può non bastare.
Non è facile identificarsi con il punto di vista degli studenti e capire qual è il vero livello di difficoltà di un quesito, né quanto potrebbero essere fuorvianti le risposte non corrette.
Chi testa il test?
Per questo ogni Prova INVALSI viene pre-testata su un campione di diverse centinaia di studenti. Solo in questo modo possono emergere eventuali problemi che agli autori sono sfuggiti.
I risultati del pre-test vengono sottoposti a una raffinata analisi statistica che consente di accertare se ci sono domande troppo difficili o troppo facili e, soprattutto, se le risposte fra le quali scegliere misurano livelli diversi di difficoltà.
Questo è possibile osservando come gli studenti più bravi e meno bravi, distinti in base alla percentuale di risposte corrette, scelgono fra le risposte a loro disposizione.
A questo punto autori e ricercatori tornano al lavoro per risolvere i problemi emersi. Molto spesso, per essere sicuri di aver risolto ogni problema, la Prova viene testata una seconda volta.
In media, su venti domande proposte inizialmente dagli autori, solo una finisce in una prova.
Se teniamo conto del fatto che ogni anno l’INVALSI deve produrre circa una decina di prove diverse da testare su quasi 30.000 studenti, è facile capire che produrre una Prova INVALSI è molto, ma molto più difficile che mettere insieme una semplice batteria di quiz.
di VALENTINA ZIN
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