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La Redazione

SCUOLA- COMPILAZIONE PEI: NON SI UTILIZZERANNO LE TABELLE C E C1

A Stabilirlo il ministero dell’ Istruzione e del Merito, l’ Anief ha avuto ragione


Per la compilazione del Pei, da realizzare entro fine giugno, le scuole possono continuare ad utilizzare la Diagnosi Funzionale e il Profilo Dinamico Funzionale, mentre non si utilizzeranno le Tabelle C e C1 allegate al D.I. 182/2020: lo ha stabilito il ministero dell’Istruzione e del Merito, con la nota ministeriale Prot. 2202 dell’1 giugno 2023 contenente delle indicazioni nazionali sulla quantificazione delle ore di sostegno per gli alunni con disabilità e la compilazione del PEI, sostenendo che non è ancora disponibile il Profilo di funzionamento e che sul “decreto interministeriale, emendativo del decreto 29 dicembre 2020, n. 182, allo stato sono in corso interlocuzioni con il MEF”. Ne consegue che entro il 30 giugno 2023 le istituzioni scolastiche dovranno compilare i modelli nazionali PEI vigenti provvedendo alla compilazione delle Sezioni 11 e 12 escludendo le sole parti che rimandano al Profilo di Funzionamento con riferimento alle tab. C e C1. A questo scopo, scrive la stampa specializzata, il Ministero ha predisposto “una piattaforma informatica per la compilazione dei modelli nazionali PEI, utilizzabile inizialmente solo dalle istituzioni scolastiche statali” e “questa piattaforma sarà operativa a partire dal 12 giugno, con l’obiettivo di familiarizzare le istituzioni scolastiche con il suo utilizzo”.

Il sindacato Anief dopo avere ricordato che il PEI è prodotto entro il 30 giugno per gli alunni che hanno ricevuto certificazione della condizione di disabilità ai fini dell’inclusione scolastica, per definire le proposte di sostegno didattico o di altri supporti utili a sviluppare il progetto d’inclusione dell’anno scolastico dell’anno successivo, ricorda di avere preso una forte posizione contraria rispetto alla volontà del ministero dell’Istruzione e del Merito di riformare l’organizzazione del sostegno nelle nostre scuole: “La nostra opposizione è motivata dalla mancanza di benefici per gli alunni disabili da questo nuovo modello organizzativo, ma anche dalla riduzione del numero complessivo dei docenti di sostegno pari a circa 5mila unità per ogni anno scolastico. Come Anief, quindi, esprimiamo soddisfazione per la pubblicazione della nota ministeriale del primo giugno che sospende gli effetti sulle nuove disposizioni per la compilazione del Pei: è finita infatti come richiesto dal giovane sindacato, insieme a tutte le associazioni aderenti ad Osservatorio 182, che chiedevano di sospendere l’uso delle Tabelle C e C1 allegate al D.I. 182/2020”.

Nella compilazione del PEI finale, dunque, la proposta relativa alla quantificazione delle ore di sostegno non dovrà essere effettuata in base ai cosiddetti “range”, soprattutto perché si trattava di un criterio finalizzato principalmente alla riduzione di 5000 insegnanti di sostegno all’anno. “Come Anief – conclude Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - adesso chiediamo al Ministero la radicale modifica del decreto interministeriale 182 del 2020, il cui contenuto era già stato pesantemente censurato dal Tar del Lazio su molteplici aspetti, a partire dalla questione dell’esonero fino alla farraginosa determinazione delle ore di sostegno”.

Il sindacato continua a chiedere la revisione del decreto sulla determinazione del PEI e sulle certificazioni della disabilità, ma anche di garantire l'assegnazione di tutte le ore richieste dalla scuola per il docente di sostegno, che oggi viene combattuta dall’Anief con l’iniziativa Sostegno, non un'ora di meno!. E pure di specializzare un alto numero di insegnanti modificando il numero programmato e reclutarli. Infine, occorre adeguare tutti i posti in deroga in organico di diritto. L’organizzazione sindacale autonoma ricorda, infine, che in Italia i docenti di sostegno sono 200mila, ma il 50% di loro sono precari e in gran parte non specializzati nella didattica speciale, per colpa della produzione industriale di posti in deroga con scadenza 30 giugno anziché collocarli in organico di diritto.

di ISABELLA CASTAGNA




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