Il ministro ha illustrato il progetto ad alcuni sindacati. Quasi tutti contrari
Sono molti i giovani che oggi abbandonano la scuola, portando così ad un notevole aumento della dispersione scolastica, dovuto anche al fatto che gli istituti professionali non danno la giusta formazione che consentirebbe di accedere facilmente al mondo del lavoro.
Per combattere la dispersione scolastica, il ministro Valditara ha pensato a una riforma dell’ istruzione professionale, nello specifico gli alunni che si diplomeranno in un istituto professionale avranno la possibilità di accedere direttamente all’ accademia superiore, ovvero gli Its Academy, nel progetto è previsto inoltre un anno in meno di frequenza a scuola, si passerà quindi da 5 a 4 anni, novità queste che dovrebbero entrare in vigore a partire dall’ anno scolastico 2024-25.
Il ministro Valditara ha illustrato il progetto ad alcuni sindacati. Molto critico il parere della Flc Cgil, Uil e Snals, mentre più morbida la posizione della Cisl Scuola.
Questo il commento della Flc Cgil : “Si confonde l'istruzione con l'addestramento legato ai bisogni delle imprese “ora e adesso”, senza garantire agli studenti gli strumenti fondamentali per affrontare le complesse sfide del mondo del lavoro e soprattutto l'evoluzione dello stesso”, lamenta Mariagrazia Pistorino che ha partecipato all'incontro tra il ministero dell'Istruzione e i sindacati. E che prosegue: “Si ha l'impressione di essere di fronte a un disegno vecchio, ideologico che la scuola già in passato ha rifiutato con forza. Altrettanto problematico appare l'utilizzo strutturale dell'apprendistato di primo livello con l'evidente finalità di rendere rapida la transizione verso il lavoro una volta concluso l'obbligo scolastico. L'attuale modello dei Pcto, anziché essere ripensato, viene esteso. La portata di questo progetto, che riduce a quattro anni gli istituti tecnici e professionali, è talmente preoccupante che non ci rassicura il fatto che si prevede il mantenimento degli attuali organici”.
Contrariata anche la Uil: “Questa sperimentazione, che sulla carta sembra garantire l'esistente, vede l'introduzione nel sistema di istruzione secondaria di secondo grado di nuove figure di docenti, già presenti negli Its, non contrattualizzate e senza indicarne il monte ore e la percentuale di presenza rispetto ai docenti curricolari”, afferma il segretario generale Uil Scuola Rua Giuseppe D'Aprile. Poi prosegue : “Ai docenti provenienti dal mondo del lavoro è richiesta solo una specifica “esperienza professionale” di tre anni, maturata nei settori produttivi di riferimento. Su questo punto, c'è poca chiarezza.Il ministero introduce, poi, la possibilità per gli alunni di passare - alla fine del quarto anno degli IeFp - direttamente agli Its Academy se questi avranno raggiunto gli obiettivi specifici di apprendimento del quinto anno. A certificare ciò sarà niente meno che Invalsi, su cui abbiamo espresso più volte la nostra contrarietà. È una sperimentazione che lascia perplessi - conclude il segretario - sembrerebbe finalizzata ad un tentativo di rilancio della formazione professionale, notoriamente in crisi negli ultimi anni, certamente utile, ma che andrebbe rivista nel suo insieme”.
Sulla stessa linea anche lo Snals che segnala criticità riguardanti : “ L' offerta formativa orientata esclusivamente all'occupabilità ai danni della funzione della formazione generale, incertezze sul mantenimento degli attuali organici allorché la sperimentazione andrà a regime, penalizzazioni dei territori più poveri, mancanza di una regia nazionale della sperimentazione, senza un modello teorico di individuazione dei destinatari, mancata condivisione della valutazione dei risultati degli attuali percorsi quadriennali”.
Più morbida invece la posizione della Cisl: “ Abbiamo espresso una serie di osservazioni raccogliendo alcuni spunti positivi ma non abbiamo respinto il modello. È buona l'idea di aprire una sperimentazione, non prevedendo una riforma dall'alto; abbiamo chiesto un ponte concreto di confluenza di questi sistemi con gli Its Academy. Porre l'attenzione sull'istruzione tecnica e professionale può essere lo strumento per combattere la dispersione”, afferma la segretaria generale Cisl Scuola, Ivana Barbacci.
di ISABELLA CASTAGNA
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