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ACCOMPAGNARE GLI STUDENTI VERSO UNA SCELTA “GIUSTA”

E CONSAPEVOLE DURANTE L’ORIENTAMENTO, QUANTO SI RISPARMIEREBBE?


Tra 15 giorni inizieranno le procedure d’iscrizione per l’anno scolastico 2022/2023.

A tal proposito sarebbe bene fare un ragionamento: è il caso di indirizzare gli studenti verso una scelta “giusta” e consapevole del percorso di studi da intraprendere, al fine di evitare situazioni di bocciatura o rimandatura.

Prendendo le giuste vie, il risparmio connesso si aggira sul mezzo miliardo di euro circa l’anno, e circa 2 miliardi di euro per il solo percorso completo della scuola superiore di secondo grado.

L’orientamento inizierà con i classici Open Day, che vedranno coinvolti studenti e genitori nelle presentazioni di vari istituti scolastici, ma la scelta più temuta rimane sempre quella delle scuole superiori: istituto professionale, tecnico o liceo?

La scelta rappresenta per gli studenti una grande difficoltà da affrontare, in quanto dovranno cercare di trovare il percorso di studi a loro più affine.

Secondo i dati pubblicati dal MIUR, 4 famiglie su 10 si trovano in disaccordo rispetto al “consiglio orientativo” a loro proposto. Mentre, le restanti famiglie che hanno deciso di affidarsi al consiglio, per i loro figli c’è una percentuale del 25% di riuscire a superare l’anno scolastico senza incidenti di percorso.


L’EFFETTO DELLE BOCCIATURE NELL’ASPETTO ECONOMICO

Prima della pandemia, venivano bocciati ogni anno circa 180 mila studenti con un costo che alla collettività ammonterebbe a quasi un miliardo e 200 milioni. Se invece studenti e famiglie seguissero il “consiglio orientativo” proposto da parte dei professori delle scuole medie le cifre potrebbero ridursi di un terzo: 400 milioni circa, 2 miliardi in cinque anni.

Ed è proprio per questi motivi che una delle riforme contenute nel PNRR riguarda l'Orientamento scolastico.


"Mi sembra chiaro che alcuni studenti scelgano in base alle proiezioni della famiglia. A questo poi si deve aggiungere che la logica aziendalistica sottesa alle ultime riforme ci induce sempre più, gioco forza, a non ri-orientare gli studenti", sono queste le parole di Pietro Li Causi, insegnante di Italiano e Latino in un liceo palermitano.

"Chiamando in causa la retorica dell'inclusività - prosegue il docente - veniamo invitati a trattenere tutti gli studenti e a promuoverli a ogni costo. Siamo sicuri che gli studenti siano realmente più felici quando vengono promossi o trattenuti senza merito? Siamo sicuri che le promozioni 'regalate' non siano avvertite dai ragazzi come una umiliazione? Credo piuttosto che il mancato ri-orientamento neghi la possibilità, ai ragazzi in difficoltà, di sviluppare un reale senso di auto-efficacia e di auto-stima. Insomma, bisognerebbe davvero aiutare i ragazzi a seguire le loro attitudini e le loro vocazioni, e non le attese della società o le proiezioni dei genitori".


Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione nazionale presidi afferma chiaramente che:"Anziché comprendere le aspirazioni e le motivazione dei figli, molto spesso si sceglie sulla base della prossimità dell'istituto all'abitazione o si manda il figlio al liceo per migliorare il proprio status sociale".

"Con una società più complessa di alcuni decenni fa e con le professioni più fluide, oggi la scelta è più difficile e gli studenti hanno le idee meno chiare. E un ragazzo male orientato è difficile che possa recuperare. Servirebbe - continua - una modifica del nostro ordinamento scolastico che consenta di optare a 16 anni, come avviene all'estero, invece che a 14, rendendo più omogeneo il biennio delle scuole superiori. Quello che le scuole chiamano orientamento è più una modalità di presentazione degli indirizzi, mentre il vero orientamento dovrebbe accompagnare gli studenti dalla scuola media alla secondaria superiore. Servirebbe in ogni scuola un servizio di counseling, con personale formato per seguire, consigliare e orientare i ragazzi", conclude Gianelli.

di VALENTINA ZIN


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