top of page

NO AI CONTRATTI A TERMINE PER I DOCENTI DI RELIGIONE PER OLTRE 3 ANNI

La Redazione

A ribadirlo la Corte di Cassazione


È da troppo tempo ormai che l’ Amministrazione scolastica si avvale del diritto di reiterare i contratti a tempo indeterminato ai docenti di religione per un periodo superiore a tre annualità. A tal proposito la Corte di Cassazione ha ribadito, attraverso le ultime sentenze, che questa procedura non è più consentita.


Dieci le sentenze che dicono come la Corte di Cassazione segua una linea giurisprudenziale favorevole agli insegnanti di religione, condannando il ministero dell’Istruzione e del merito, al risarcimento del danno, al pagamento delle spese del giudizio.


Il segretario nazionale dello Snadir, Orazio Ruscica, ha commentato: “Non si deve perdere adesso altro tempo per indire la Procedura straordinaria e sbloccare così uno stallo sistematicamente ‘bocciato’ dalla Cassazione, proprio sulla scorta del fatto che i Giudici della Suprema corte, anche in queste ultime sentenze (riferite alle Corti d’Appello di Venezia, Roma e Napoli), hanno ribadito che la conseguenza dell’abuso dei contratti per oltre 36 mesi è da individuare proprio nella mancata indizione del concorso e/o procedura straordinaria”.


Poi prosegue: “Lo Stato nel rispetto dei termini previsti dalle norme vigenti, avrebbe già da tempo dovuto consentire canali di assunzione in ruolo e sanare, almeno in parte, il problema del precariato; ma ciò non è avvenuto e così non ci sono dubbi che la condizione di precarietà ingiustificata vada risarcita”.


L’ articolo 47, comma 9 del D.L. 36/2022, riscrivendo l’articolo 1bis, comma 2, conferma quanto stabilito dalla Corte di Cassazione, in quanto ha riconosciuto anche per i docenti di religione precari, con almeno 36 mesi di servizio, la procedura straordinaria per l’assunzione in ruolo, con la sola prova orale didattico metodologica, stabilendo inoltre che le relative graduatorie andranno utilizzate fino a totale esaurimento.


L’ organizzazione sindacale Snadir attende dunque che il ministero riconvochi le altre sigle sindacali rappresentative per definire quella procedura straordinaria di assunzione, in modo da rispondere alle esigenze degli insegnanti precari di religione.


di ISABELLA CASTAGNA



Comments


bottom of page