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SCUOLA: RISCATTO GRATUITO DEGLI ANNI DI STUDIO UNIVERSITARI

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale dell’Anief, si tratta di una somma importante


Il presidente dell’Inps Pasquale Tridico rilancia la possibilità di riscattare gratuitamente gli anni di studio universitario, sulla scia del modello tedesco: secondo l’Istituto di previdenza la misura potrebbe costare circa quattro miliardi l’anno, ma sarebbe alla lunga un investimento perché agevolando il turn over si andrebbero a ridurre i tassi italiani record di disoccupazione e di Neet. Si andrebbero a svecchiare anche gli organici, come quelli della scuola dove due docenti e Ata su tre sono ormai over 50 malgrado l’alto tasso di patologie derivanti da burnout. Il riscatto del corso di laurea, ricorda oggi la stampa specialistica, permette di trasformare gli anni di università in anni contributivi e dunque integrare la posizione contributiva ai fini del diritto e del calcolo della pensione. Senza questa agevolazione, continua a rimanere in vigore la norma secondo cui per riscattare quattro anni di laurea si arriva a spendere oltre 42mila euro. Con le agevolazioni introdotte da alcuni anni, il costo per riscattare un anno di corso è pari a 5.264,49 euro, quindi per un quadriennio si superano di poco i 20mila euro.

“È comunque una somma importante, che non invoglia di certo i dipendenti a chiedere il riscatto – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief -, mentre con la proposta del nostro sindacato sul riscatto gratuito degli anni universitari ai fini pensionistici, ora rilanciata dal presidente dell'Inps, il panorama cambierebbe molto. Certo, il costo sarebbe di 4 miliardi e a carico dello Stato, ma si tratterebbe di una spesa davvero intelligente. Perché oggi la richiesta di riscatto la pagano i lavoratori: da 25 mila ai 50 mila ciascuno, a seconda se la richiesta avviene con il sistema agevolato o intero. Chi aderisce viene messo di fronte ad un brutto bivio: rimanere in servizio fino alle soglie dei 70 anni oppure ‘bruciare’ quasi del tutto la liquidazione per ottenere quello che dovrebbe essere un diritto del lavoratore, visto che la laurea è stata a suo tempo dal dipendente oltre che conquistata negli atenei a suon di esami. Sarebbe opportuno – conclude Pacifico - che questo argomento diventi oggetto del programma elettorale dei partiti”.

Sempre Marcello Pacifico ha di recente ribadito ufficialmente la proposta: qualche giorno fa, in qualità di segretario organizzativo Confedir, nel corso del 57° congresso Federspev, ha detto che è arrivato il momento di “introdurre assegni allineati all'inflazione e liquidazione immediata TFS/TFS e anticipo di un anno per le mamme. Inoltre, è indispensabile che per professioni logoranti e con un’alta percentuale di burnout, come i lavoratori di Scuola e Sanità, si riconosca lavoro usurate e quindi l’uscita anticipata attorno ai 60 anni di età senza decurtazioni. C’è urgenza di approvare anche delle deroghe, a partire dal 1° gennaio 2023: ne va di mezzo anche la qualità del servizio pubblico”, ha concluso Pacifico.

Il sindacato è favorevole a proposte che intendono superare la Legge Fornero introducendo Quota 100 o 102 "flessibile", come quella di Antonello Orlando, esperto della Fondazione studi consulenti del lavoro.


di CLAUDIO CASTAGNA


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